– DREAM TEAM: DISCUSSIONE SU “JACKSON SOUND”-


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Larry Williams (tastiere, sax&flauto). La gente non riconosce abbastanza il talento di Michael. Certo, può ballare in perfetta sincronia, ma come cantante il suo tempismo è perfetto. È un vero strumento di ritmo. I cantanti sono ispirati dai musicisti e i musicisti ascoltano i cantanti, i grandi cantanti. La sua voce è uno strumento incredibile. Quando è al top, basta una nota, un suono per sapere che è Michael. Non c’è bisogno di sentire “hi-hi”, solo “hi”, una nota perfettamente collocata con la sua sonorità, quella voce tinta di respiro, intensa. Un vibrato superbo, nessuna esagerazione, solo esatto. È come Bob Dylan, tutto quello che deve fare è aprire la bocca e può piacere o no, ma è lui, è perfetto.
Quando ho iniziato a registrare con Michael, si è scoperto che Stevie Wonder e Steve Madaio, con cui ho suonato molto, avevano sviluppato un particolare suono di ottoni che si sente su “Superstition”. Quel suono, che si sente riverberare, ha la capacità di essere raddoppiato e triplicato con tecniche di registrazione speciali. Più tardi, quando abbiamo fatto Thriller con l’ingegnere del suono Bruce Swedien, abbiamo iniziato a fare 24 tracce con solo gli ottoni. Facevamo quindici o diciotto tracce su una canzone e per una parte: riprese a diverse distanze dai microfoni, dall’altra parte della stanza, a volte sotto una sedia, una di fronte all’altra, due a due, riprese d’ambiente e così via. Anche se il suono che si sente è quello di cinque ottoni, è moltiplicato per venti o cento volte. Alla fine non sembrano cento ottoni, ma solo cinque ragazzi che suonano davvero bene. Per BAD ho passato quasi un anno in studio.
La nostra sezione di ottoni, che suona su tutti i dischi di Michael, aveva cercato di sviluppare un suono particolare basato sulle diverse cose che gli piacevano. James Brown ci piaceva, ma eravamo focalizzati più su Tower of Power, Edgar Winter e i Whitetrash, così come le sezioni di studio che avevamo ascoltato, ovvero musicisti della Costa Ovest come Tom Scott e Chuck Finley; un grande trombettista della Costa Ovest, o ragazzi di New York come i Brecker Brothers; un’enorme influenza su di noi. Un’altra influenza fu il gruppo Dreams, composto da Michael e Randy Brecker e Barry Rogers. Solo tre ottoni, ma che composizioni! Tutti questi elementi sono stati presi da Miles Davis e dal suo album ‘Live Evil’, nonché da gruppi come Blood, Sweat & Tears. L’influenza jazz è presente anche nei dischi di Freddie Hubbard dove Joe Henderson suona con due o tre ottoni. Si trattava di combinare tutte queste influenze.
All’epoca di Off The Wall, la disco e gli ottoni erano molto popolari ed erano mescolati dal vivo. Ma il 1982 segnò un cambiamento d’epoca: Quincy Jones se ne stava allontanando. Era meno disco, e non voglio dire che le trombe erano fuori moda, ma c’erano più drum machine e più cose fatte con i sintetizzatori. Quincy ha sempre usato gli ottoni, finché non ha smesso di registrare, e ancora oggi usa occasionalmente gli ottoni. Ma molti altri hanno smesso perché era costoso e bisognava sapere come posizionare i microfoni per far suonare bene le trombe. Bisognava comporre bene, o i musicisti dovevano essere davvero bravi. Non è facile mettere insieme una buona sezione di ottoni. Quindi non so quanto Quincy ci abbia pensato, ma c’erano molti meno ottoni su “Thriller”. Ma se parliamo specificamente della canzone “Thriller”, quel muro di suono che si sente, è una combinazione di sintetizzatori e la nostra sezione fiati – circa venti tracce dei nostri fiati! Una bella firma per i Seawind Horns…
Larry Lowell Williams: produttore, compositore, arrangiatore e polistrumentista che formò il gruppo jazz Seawind a metà degli anni Settanta. Ha lavorato con Michael Jackson negli album, Off the Wall, Thriller (the world’s biggest selling album of all time). Tenor sax, flute and keyboards, Bad (Featured on keyboards and sax synth solo on Speed Demon) e History.

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John Robinson (batterista): Al tempo di Off The Wall, ero molto colpito dal modo in cui Michael creava gli strati armonici per le sue melodie. Creava gli effetti sonori (sovra incisioni) per ciascuna delle parti cantate e stratificava le parti cantate. Questa tecnica era usata principalmente da Chaka Kahn. Riusciva a farlo meglio di chiunque altro, tuttavia, Michael era altrettanto straordinario. Lo sentivo mettere una terza nota su una serie di quattro, e mi dicevo, basandomi sulla mia conoscenza dell’armonia della Berkelee University, che non avrebbe suono bene. E all’improvviso, incastrava la quarta nota sopra le precedenti e tutto si armonizzava perfettamente. Off The Wall è il primo debutto di Michael come cantante adulto.
“Rock With You” è uno dei maggiori successi di Michael e pochi sanno che su quella title track il mio gruppo, i Rufus, suonava con David Wolinski alle tastiere e Bobby Watson al basso. Questo brano è particolarmente interessante. La parte di batteria non è complessa ma è il tipo di concatenazione che spinge l’ascoltatore sulla pista da ballo. “Don’t Stop ‘Til You Get Enough” è molto avanzata a livello di batteria perché il gioco è molto energico. “Working Day And Night” è ugualmente molto complesso.
In quest’ultimo disco ho avuto l’opportunità di suonare le percussioni con Michael, aveva l’abitudine di recuperare bottiglie di vetro, per sperimentare il loro suono, e capire il timbro musicale. Mentre io e Michael facevamo le sovraincisioni insieme con le bottiglie di vetro, la mia bottiglia esplose sul mio braccio sinistro. Beh, sono impallidito dalla paura, e Michael esclamò: “Oh, JR!” E cominciò a rimuovere i pezzi di vetro dal mio braccio uno ad uno….
Ci sono molti ricordi legati a Off The Wall, ma uno dei migliori è il fatto che mi ha permesso di essere presente durante tutte le fasi della creazione dell’album. Invece di andare in studio a fare la mia parte di batteria e andare da un’altra parte, restavo lì e guardavo Quincy fare il suo lavoro di produzione. La prima volta che andai in studio fu per aggiungere gli effetti sonori alla canzone “It’s The Falling In Love”, scritta da Carole Bayer Sager. Quel giorno avevo lavorato a due pezzi: “It’s The Falling In Love” e “Girlfriend”, scritto da Paul MacCartney. Avevo fatto delle sovraincisioni ben fatte su alcune riprese. Potevo vedere Quincy e Bruce che borbottavano e ho sentito subito nelle mie cuffie: “Fai qualcosa lunedì?” e ho risposto: “Niente. Mi hanno chiesto se potevo andare a registrare il resto dell’album e, ovviamente, ho accettato. È stato allora che ho incontrato il tastierista Greg Phillinganes. Quel lunedì abbiamo registrato “Don’t Stop ‘Til You Get Enough”.
John Robinson: è nato il 1954, Creston, Iowa, noto anche come John “JR” Robinson è un batterista e musicista americano. Ha, lavorato con Michael Jackson sull’album Off The Wall e sul singolo We Are The World.

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Louis Johnson (bassista). Il Michael che preferisco è quello di I Want You Back, il primo successo dei Jackson 5. I Want You Back è imbattibile, nessuno può imitarlo, è impossibile! Per me i suoi migliori vocalizzi risalgono all’epoca dei Jackson 5.
Amo tutte le linee di basso su Thriller e Off The Wall. La mia linea di basso preferita è, ovviamente, su “Get On The Floor” perché è una linea in cui colpisco il basso molto velocemente. Mi piace molto anche la linea di basso su “Rock With You”. Bobby Watson ha compartecipato alla canzone condividendo le sue idee ed il suo nome appare nei crediti del disco. Quincy aveva invitato molti musicisti a lavorare sul disco, poi miscelava le varie parti suonate e alla fine decideva i crediti. Per Rock With You, utilizzò soprattutto le parti eseguite da Bobby Watson ed è per questo che il suo nome appare finalmente su “Rock With You”.
Più o meno nel periodo in cui io e Quincy stavamo lavorando in studio sul secondo album di Brother Johnson, ha iniziato a parlarmi di Off The Wall. E il giorno dopo, quando stavamo per iniziare a lavorare, Michael passò dallo studio e mi parlò anche lui del disco… Stavo per lasciare lo studio ed ero in macchina e stavo per suonare “Get On The Floor”; che avevo registrato a casa prima di venire in studio con l’idea di metterla nel disco di Brother Johnson. Lo stavo suonando in macchina prima di partire e Michael è passato e ha detto: “Ehi, è fantastico, come si chiama? E ho detto: “È una canzone che ho scritto poco prima di venire qui”. E lui disse: “Posso tenerlo?”. E ho detto di sì, ovviamente, perché avevo molte canzoni di riserva. Così siamo tornati allo studio per parlare con Quincy, che era entusiasta. Poi siamo andati in studio a registrare “Get On The Floor” con tutti i musicisti, la batteria, Michael che canta; quello che si può sentire sul disco. Ci abbiamo lavorato tutto il giorno. L’abbiamo quasi finito in un giorno. Comunque, la sezione ritmica era finita e Quincy aggiunse il suo tocco finale. All’inizio, quando ho scritto il demo suonando tutti gli strumenti da solo, aveva un’atmosfera ultra-funk come quella di Brothers Johnson e Parliament, c’erano assoli, chitarre piene; un pezzo ultra-funky tipo Funkadelic, perché all’epoca stavo provando molto con George Clinton. Ma la versione registrata è stata adattata al resto delle canzoni su Off The Wall e sono contento del risultato. Michael ha scritto le parole e la melodia ed io ho messo il funk.
Louis Johnson: (Los Angeles, 13 aprile 1955 – 21 maggio 2015) bassista e produttore discografico statunitense, è considerato uno dei più importanti bassisti del XX secolo e per aver sviluppato la tecnica dello “slapping” e del “thumping” nel basso elettrico. Ha collaborato con Michael Jackson nell’album Thriller insieme al fratello George, nel gruppo dei Brothers Johnson.

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Paul Milton Jackson, Jr. (chitarrista): Michael Jackson è un’artista eccellente, un ottimo compositore, e, probabilmente, il lavoratore più assiduo che io abbia mai conosciuto. Questo è ciò che lo rende unico rispetto ad altri artisti. Credo che come cantante abbia lavorato molto sul suo stile e nel tempo l’ha perfezionato sempre di più. Sono le sue peculiarità individuali che hanno reso il suo stile unico. Ecco, un po’ come Ella Fitzgerald. Ella Fitzgerald non cantava come Sarah Vaughan, ma aveva un dono unico e uno stile tutto suo e nessuna di loro cantava neanche come Nancy Wilson. Penso che lo sviluppo del proprio stile dipenda dalle differenze fisiologiche e individuali. E secondo me, questo è il caso di Michael.
Paul Milton Jackson, Jr. (Los Angeles 30 Dicembre 1959) è una fusione / urbano compositore jazz, arrangiatore, produttore e chitarrista. Ha, collaborato con Michael Jackson negli album, Thriller, Bad, Dangerous, HIStory e Blood on the Dance Floor.

 

 

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Paulinho Da Costa (percussionista). Tra le mie percussioni preferite, ci sono gli strumenti brasiliani che vengono dall’Africa e dalle sue tradizioni spirituali, come gli atabaques e long drums,  ma uso molto anche le congas, perché ho sempre ascoltato molto i ritmi cubani. E su Thriller, su “I Wanna Be Startin’ Something”, ho aggiunto alcuni effetti speciali, piccoli suoni di legno, e ho fatto una sessione con la cuica. È stato un grande progetto. Off The Wall è il mio disco preferito di Michael, Thriller è il secondo. Quei dischi erano solo dei bei momenti, perché con Quincy e gli altri musicisti eravamo davvero come una famiglia, e questo si può sentire negli album.
Michael suona alcune percussioni su Off The Wall, sulla base di JR Robinson e mia. Lui amava sempre fare qualcosa in studio, ritengo che questo fosse normale, gli album erano i suoi.
Paulinho Da Costa (Rio de Janeiro, 31 maggio 1948) percussionista brasiliano. Suona più di 200 percussioni. La prima collaborazione con Michael Jackson fu su Down to the Ground e Shake Your Body con i Jaknsons. Album Off The Wall con i brani Don’t Stop ‘til You Get Enough, Workin’ Day And night, Get On The Floor, Off the Wall. Album Thriller per i brani Wanna Be Startin’ Somethin’ e Human Nature. Nel 1985 sul brano We Are The World. Album Bad con I brani I Just Can’t Stop Loving You, The Way You Make Me Feel, Bad, e Liberian Girl. Album Dangerous con ilbrano Will You Be There. Album Invincible, con il brano Cry.

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David Paich (cantante e tastierista): Le prime volte che l’ho visto entrare, ricordo di essere stato preso alla sprovvista dal fatto che sembrava un ragazzo così innocente che pensavo fosse un adolescente di 15 anni nel modo in cui parlava e si comportava. Ma era molto educato, molto sicuro di sé e intelligente. Non dimenticherò mai quando l’ho visto fare la sua voce in “Human Nature”. Quanto era professionale e preparato. Michael prova molto a casa e quando arriva in studio è pronto a fare le voci; non solo le voci principali ma anche le armonie e tutto il resto. Sono stato davvero colpito dalla sua professionalità. Anche se Steve Porcaro aveva cantato alcune piccole improvvisazioni sul demo, quelle che si sente su “Human Nature” sono di Michael. È davvero bravo a inventarsi cose del genere. È un improvvisatore davvero unico.
Per quanto riguarda “Baby Be Mine” e “Lady In My Life”, su cui ho suonato, sono interessanti perché, per vari motivi, c’erano molte tastiere: David Foster, Greg Phillinganes, Michael Boddicker e io, quindi non è male, tante persone diverse. Anche se ognuno di noi suonava a turno la stessa parte, ogni tastierista sperimentava per vedere chi suonava meglio in ogni brano. E quando l’album uscì, non si poteva dire chi aveva suonato su quale canzone, perché ognuno di noi aveva suonato su tutte le canzoni. Ma, stranamente, ha funzionato. I sintetizzatori erano particolarmente importanti in questo periodo, perché questo era prima del sampling (prendere un campione di suono e usarlo in un’altra parte della canzone). Erano gli anni ’80 e la gente cercava nuovi suoni. Dato che molti demo erano fatti con sintetizzatori, penso che quando Michael e Quincy trovavano che il suono di un demo era buono, volevano inserirlo sul disco.
La registrazione di “The Girl Is Mine” fu un momento memorabile. In studio c’erano Jeff Porcaro, Greg Phillinganes, Louis Johnson al basso, Steve Lukather alla chitarra ed io. C’era Michael, ma anche George Martin e Geoff Emerich, rispettivamente produttore e ingegnere del suono dei Beatles. Non dimenticherò mai quando Paul McCartney entrò nella stanza con due ex agenti dell’FBI che lo precedevano come scorta. E tutto in una volta, davanti ai miei occhi avevo Linda McCartney, Paul McCartney, Michael Jackson, George Martin e Quincy Jones; una stanza piena di leggende. E il ricordo artistico più forte che ho di Michael risale a quella sessione di registrazione. I musicisti, per prepararsi, fanno una jam session; facciamo uscire tutti i tipi di suoni dai nostri strumenti e questa sessione è stata fatta con Paul MacCartney. E ad un certo punto tutti hanno iniziato a suonare… Non era “Signed, Sealed, Delivered, I’m Yours”. Era “I Was Made To Love Her” di Stevie Wonder. Abbiamo iniziato a suonare la canzone e Paul e Michael hanno iniziato a cantare e improvvisare un duetto insieme. E Michael era straordinario. In vita mia non ho mai sentito nessuno cantare con tanta passione e commozione come ha fatto Michael quel giorno. Se avessero fatto una gara, Michael avrebbe battuto McCartney di una manciata di punti perché conosceva la canzone a fondo. E quel momento è stato registrato – non era intenzionale, era solo che eravamo fiduciosi – ma è stato registrato.
Un altro ricordo a me caro è legato a mio padre, l’arrangiatore Marty Paich, era una leggenda vivente perché aveva lavorato con i grandi: Ray Charles, Lena Horne, Ella Fitzgerald e Mel Tormé. E tutti, da Quincy Jones a Bruce Swedien, erano grandi fan di mio padre. Furono loro a parlare a Michael di lui e lui lo chiamò per lavorare su “Gone Too Soon” e “Heal The World”. E Michael era anche molto rispettoso di mio padre. Guardare i due lavorare è stata davvero una collaborazione di due grandi professionisti. Mio padre ha identificato il registro in cui cantava Michael. Individuava le note che poteva cantare e discutevano la chiave in cui la canzone doveva essere cantata. E mio padre improvvisamente si rese conto che Michael aveva una voce particolare; questa voce di teatro che è come quella che si sente nelle commedie musicali. Aveva un’enorme tessitura che era completamente diversa da quella con cui cantava di solito nei suoi dischi. Mio padre e Michael hanno lavorato a stretto contatto per molto tempo. Scrissero insieme “Overture”, l’introduzione ai suoi concerti dal vivo di allora (Kreeton Overture [Michael Jackson, Jai Winding, Marty Paich] scritta nel 1984 per l’apertura del Victory Tour di The Jacksons) ma si incontravano anche per scrivere e comporre canzoni insieme, perché mio padre viveva abbastanza vicino a Neverland. Hanno scritto insieme la grande musica che amavano. Erano una sorta di poemi sinfonici. Un po’ di orchestrazione e poi la voce. C’era un’ammirazione reciproca tra loro che si manifestava nella musica.
David Paich: (Los Angeles 25 Giugno, 1954) collaboratore musicale multidisciplinare. I suoi contributi comprendono l’esecuzioni live e session in studio come musicista, tastierista, compositore, produttore, arrangiatore, cantante e leader della band rock / pop Toto. Ha, collaborato con Michael Jackson nelle canzoni Baby Be Mine, Lady In My Life, The Girl Is Mine, We Are The World, I Just Cant Stop Loving You, Heal The Word, Earth Song e Stranger In Moscow.

FINE

Fonte: Vibrations

Traduzione di Grazia28 per ONLYMICHAELJACKSON

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