– La genesi del nome di “HIStory” – By Dan Beck


da postareForse il vero successo delle storie è racchiuso nella parola – “corto”. Ridurle è sempre stato un problema per me. Tuttavia, proprio pensando a questo di recente, sono consapevole che il miglior racconto che ho scritto, contiene solo sette lettere …. HIStory.
Mi sono chiesto l’anno scorso (2009), dopo la sua morte, circa la straordinaria opportunità avuta, quando ho saputo che avrei incontrato e lavorato con Michael Jackson, per ideare il titolo del suo doppio album di grandi successi. A volte, non lo ritengo un valore molto grande, perchè chi è cresciuto ascoltando e vivendo la sua carriera per oltre quattro decenni, potrebbe avere un senso di vicinanza a lui. Inoltre, conosco anche persone che avevano più a che fare con lui di me.
Tutti l’hanno conosciuto da bambino. Era un ragazzino carino, con un super talento e sembrava molto felice! Poi lo abbiamo visto a Broadway in The Wiz. Sapevamo del suo rapporto familiare … con i suoi fratelli … le sue sorelle … i conflitti con suo padre. Lo abbiamo visto diventare il più grande artista e la più gran celebrità del mondo. Ci siamo interessati alle sue amicizie con Quincy, Diana, Elisabeth, Bubbles, e MacCauley. Ci ha fornito una nuova dimensione dei “cortometraggi”, come li chiamava lui, prima con Billie Jean, poi Beat It e Thriller. Ci siamo stupiti per l’intuito negli affari quando ha comprato il catalogo dei Beatles. Siamo rimasti letteralmente meravigliati la prima volta che si è esibito nel “Moonwalk” allo spettacolo Motown 25.
Con orrore, abbiamo visto la sua testa in fiamme nel famigerato spot della Pepsi. Fatto congetture sul colore della sua pelle e quello che stava facendo su di essa. Abbiamo criticato i suoi interventi di chirurgia estetica, e contato le modifiche del naso. Visto la sua brillante e dinamica carriera crollare quando fu accusato di abuso su minori. Scosso la testa come abbiamo intravisto l’ombra del fallimento sulla sua fortuna. Abbiamo appreso delle sue battaglie nel mondo degli affari. Noi abbiamo alzato un sopracciglio, guardando con malizia lo sviluppo del suo ultimo tour, come conclusione di una carriera o di ritorno. E da ultimo, abbiamo visto la sua fine insonne, in una villa affittata con l’aiuto di un medico personale. Nessuno aveva bisogno di essere un “insider”, per conoscere Michael Jackson. Naturalmente, con Michael, non finisce qui. C’era un memoriale, che è stato in pratica scritto e prodotto e l’epilogo del suo ultimo lavoro – This Is It.

Da sinistra: Epic SVP Urban Promotion LaMont Boles, Epic President Richard Griffiths, Michael Jackson, Epic Chairman Dave Glew, 550 Records President Polly Anthony, Epic SVP of Marketing Dan Beck.
La collaborazione con Michael Jackson è terminata alla fine del 1996, nel momento in cui mi sono ritirato dalla Epic Records, con lo scopo di creare V2 Records in Nord America insieme a Richard Branson. Gli ultimi sei anni di lavoro con il Re del Pop erano stati terribilmente debilitanti per me. Dopo la pubblicazione di Dangerous, la casa discografica ha pensato di realizzare qualcosa di simile a un Greatest Hits, una produzione veloce per generare più benefici dal marchio MJ. Le case discografiche ragionano sempre in questi termini.
Nell’attesa che i collaboratori di Michael si pronunciassero sul futuro progetto, sono stato impegnato per circa diciotto mesi nella creazione del home video di Dangerous. In quest’occasione ho sperimentato per la prima volta la filosofia di pensiero, che caratterizzava Michael. Senza Michael, forse avremmo finito in un mese e speso circa 30.000 dollari per rielaborare l’intero contenuto. In pratica, le spese sono ammontate a 400.000 dollari e impiegato un anno e mezzo in sistemazione degli arrangiamenti orchestrali, la ricerca di frame persi, modificato e rieditato. E tutto questo con grande entusiasmo di Michael. Ha curato ogni dettaglio, apprezzando la creazione di ogni elemento del progetto. Il produttore ed io eravamo costantemente al telefono e sono trascorsi invano molti mesi senza avvicinarsi al prodotto finale. Ho esaminato versioni di pubblicazioni e riedizione ogni settimana per mesi. Passavo da una settimana all’altra, pensando che avremmo finito entro quel venerdì, ma molti altri venerdì si sono susseguiti.
Ciò era, naturalmente, solo il riscaldamento per il progetto Greatest Hits. La pianificazione iniziale consisteva che Michael registrasse rapidamente un paio di nuove canzoni che potevano essere rilasciate come singoli per trainare la vendita dell’album contenente i grandi successi. Questa è sostanzialmente la tipica formula utilizzata per la pubblicazione di raccolte di altri artisti. Tuttavia avevamo a che fare con Michael Jackson, un’artista che ha avuto la capacità di visualizzare qualsiasi iniziativa verso l’infinito, è stata la dedizione della sua vita.
Iniziata la registrazione …. ha continuato. E tre anni più tardi, aveva affittato tre sale di uno studio e un team di produttori e ingegneri che lavorano dalle 7-24 sulla musica dell’album. La raccolta di grandi successi si era evoluta in un doppio album, contenente un disco con del materiale inedito e l’altro con le migliori canzoni del passato.
David Glew, presidente di Epic Records, è stato profondamente coinvolto nel convincere Michael a finire l’album. Lui rappresentava un sostegno morale per Michael e il suo manager in quegli anni, Sandy Gallin. David ed io abbiamo viaggiato avanti e indietro da New York a Los Angeles, per supportare Michael affinché si concentrasse sull’album e finirlo. Nel frattempo Michael ha continuato costantemente a cercare la nuova geniale idea, il prossimo progetto innovativo, la traccia più memorabile, per creare l’album più ambizioso della sua carriera.
Mentre il progetto progrediva, le sfide sono cresciute ulteriormente. Penso che sia stato il Columbus Day 1992, l’avvocato di Michael ha annunciato una conferenza stampa a mezzogiorno per parlare delle accuse di molestia su minore emerse recentemente. Per coincidenza, avevo in precedenza concordato un’intervista con il Los Angeles Times, per discutere l’imminente pubblicazione del home video Dangerous, esattamente nello stesso tempo! La prima pausa dopo diciotto mesi di lavoro. Volevo annullare l’intervista, perché pensavo che sembrasse simile alla risposta di Epic Records alle accuse contro Michael. Tuttavia, dopo varie conversazioni telefoniche con Dave Glew, che era con Tommy Mottola in Montauk, Long Island, per il fine settimana, ha insistito per l’attuazione dell’intervista. Incredibilmente, il giornalista non mi ha fatto una sola domanda a questo proposito, ed era il giorno in cui i media sfruttarono al massimo la copertura mediatica sulle accuse rivolte a Michael.
Quel giorno realmente ha segnato l’inizio della campagna di marketing più discutibile e provocatoria che una casa discografica abbia mai affrontato. Noi avevamo la più grande star del mondo, che lavorava sul completamento delle sue canzoni più famose, esposta alle accuse più infamanti e dannose che l’immagine di un artista è in grado di affrontare. I prossimi quarantaquattro mesi, mi avvicinarono a Michael più che mai; mi sono messo a faccia a faccia con i media, a volte furioso, con l’arduo compito di costruire una complessa piramide di marketing, che poteva crollare in qualsiasi momento.
Nel corso dei due anni successivi, l’atteggiamento negativo dei media nei confronti di Michael, è aumentato. Wacko Jacko è diventato un marchio della stampa quotidiana e della televisione, una pietra miliare dei media che sembrava dedicata a condannare Michael e la prova della sua colpevolezza.
Nel frattempo, Michael è apparso poco determinato a difendersi dalla stampa. A un certo punto è stato fotografato a EuroDisney con un gruppo di bambini. Durante una riunione tenutasi dopo, Dave, Polly Anthony, ed io con Sandy Gallin, lo abbiamo esortato a evitare tali situazioni con la stampa, perché avrebbero ulteriormente infiammato i media facendolo a pezzi. Ma Michael ha visto tutto come un complotto, orchestrato contro di lui, e non voleva permettere ai mezzi di comunicazione di convincerlo a cambiare stile di vita o rinunciare al suo coinvolgimento nelle cause per aiutare i bambini. Su questo punto era irremovibile.
Eravamo nel bel mezzo di un processo doloroso cercando di dare un altro significato a tutto questo, di concedere il beneficio del dubbio a Michael, per adempiere i nostri obblighi contrattuali con lui, e far avanzare il processo creativo dell’album. Ci sono stati molti sviluppi e la situazione si trascinò per i due anni a venire. In ogni caso, per ridurre al minimo la storia, facciamo un salto di tre anni, al 1995.
Mentre gli avvocati di Michael erano inclini a un accordo extragiudiziale, l’album era in fase di completamento, e ho chiesto a Sandy Gallin se Michael aveva scelto il nome per il disco. Sandy ha detto: “No. Perché non gli suggerisci qualcosa?” Ho detto a Sandy che quest’album, rappresentando il culmine della carriera solista di Michael, forse lui aveva un’idea molto personale sul titolo. Sandy, invece, ha insistito sul fatto che era nostro compito proporre delle idee. Probabilmente, Sandy conosceva qualcosa che io non sapevo, ma ho pensato che fosse assurdo che la casa discografica decidesse il nome al disco. Era molto impersonale!
La sera stessa sono andato all’ufficio di Dave Glew, come di solito facevo alle 19:00 dopo aver curato alcuni affari con gli artisti, con cui lavoravo. Eravamo abituati a condividere le nostre opinioni, prendere decisioni immediate, o lasciare in sospeso le più importanti con Dave per una nuova revisione e ottenere l’approvazione di Mottola, insieme a Mel Ilberman e Michele Anthony. Nel caso di Michael, Polly Anthony di solito ha preso parte alle discussioni. Ad un certo punto della sua carriera, Polly ha diretto l’etichetta SONY 550 Music, ma in precedenza, aveva curato la promozione nelle stazioni radio nazionali per la Epic, e ha continuato a mantenere un rapporto molto personale ed intimo con Michael. Polly ha avuto buone intuizioni su Michael, e conosceva Sandy Gallin. Spesso, le discussioni in ufficio di Dave, su Michael, erano condotte da Dave, Polly e me, così è stato anche quella sera.
In molti modi, ho pensato che Dave, Polly ed io rappresentavamo l’unico sostegno che Michael aveva alla Sony Music. Lui non rappresentava più gli attuali gusti musicali di molti in azienda, e con la sua immagine ammaccata, tanti pensavano di promuovere nuovi artisti.
Inoltre, i costi di marketing erano astronomici per Michael, abbiamo cercato di nascondere alcuni dettagli alla società in occasione delle riunioni settimanali, e stare lontano dai lavoratori giovani ed energici, promuovendo progetti pubblicitari minimalisti, organici e freschi, come quelli d’artisti Pearl Jam e Rage Against the Machine. E anche se Michael pagava la maggior parte dei costi, le discussioni sui bilanci del suo video, pareva vecchio e osceno. Era il 1995, non 1983, quando Michael ha dominato sul mondo della musica internazionale, nei giorni in cui Thriller era il disco di maggior successo.
2Polly ha parlato con Dave circa la conversazione con Sandy, e voleva che ideassimo il nome per il disco. Abbiamo discusso che questa doveva essere una decisione personale di Michael. In ogni caso, sapevamo che senza un impulso, niente avrebbe incoraggiato Michael a pensare alla scelta del titolo dell’album. Alla fine di questa breve conversazione, Polly saggiamente ha detto – “Vorrei che Michael avesse per il disco Greatest Hits, un nome ambiguo come Immaculate Collection di Madonna”. Aveva ragione. Michael meritava un nome incentrato sul gioco di parole, che riassumesse in modo indelebile la sua carriera. Quella sera andai alla casa di Long Island Railroad. Le parole di Polly mi consumavano la mente. E poi pensai a quelle tre o quattro canzoni che Dave ed io avevamo ascoltato in studio nel nostro ultimo recente viaggio a Los Angeles. Le nuove canzoni affrontavano problematiche scottanti. In termini di contenuto, Michael sembrava aver risposto ai suoi critici con i nuovi temi nella forma in cui non ha mai parlato alla stampa. Nel clima caotico, relativa alla sua reazione alle accuse, non sapevo davvero cosa credere.
Qual era la verità? In ogni caso, Michael aveva espresso la sua indignazione e risposto attraverso le sue canzoni. Pensai che quella fosse in sintesi “la sua storia”, di vita. Poi ho pensato che la seconda parte del disco, i successi del passato, rappresentavano “la sua storia” musicale. La sua storia. La sua storia. L’ho scritto sul blocco note e ho cercato di esprimerlo in un unico concetto: HIStory.
Il giorno dopo, andai nell’ufficio di Dave per parlare brevemente con lui e Polly. Ho accennato l’idea di HIStory, e, davvero, non li ha particolarmente impressionati. Ho anche inviato una versione manoscritta via fax a Sandy … E non ho mai ricevuto un commento, non una sola parola su di esso. Bel tentativo. Mi sembrava una buona idea, e sono rimasto deluso che nessuno avesse favorevolmente accolto la proposta. Alla fine, ho abbandonato quell’idea e ho continuato a lavorarci. La giornata di lavoro passava così veloce che semplicemente non avevo il tempo di soffermarmi e focalizzare l’idea.
* Polly Anthony ha lavorato per lungo tempo alla Epic Records ed è stata uno dei suoi presidenti. Era amica di Michael, però, durante il periodo di Invincible, hanno avuto dei disaccordi. Apparteneva alla squadra di Mottola. Ha lasciato l’azienda nel 2003, dopo aver lasciato Mottola, e avervi lavorato per 20 anni.
Diversi mesi dopo, l’album era in fase di realizzazione. Dave è volato a Los Angeles e ascoltato la maggior parte del nuovo materiale finito. Ritornato a New York, ha detto che avevamo bisogno d’idee per il nome e agire quanto prima. Ci siamo incontrati con Arnoldo Levine, Direttore del Creative Services per la Sony Music. L’idea era di offrire compensi di 1.500 – 2.500 dollari ad un certo numero di creativi (designer e creatori di testi) all’interno della società e designer, illustratori e fotografi ad una delle agenzia di pubblicità esterna, per sviluppare i concetti per l’album di Michael. In caso d’accettazione di un’idea, questa persona sarebbe stata la responsabile dell’intera fase creativa. Tutte le proposte sono state inviate a Nancy Donad, direttore del design di Sony Music East Coast e la curatrice principale dei precedenti progetti di MJ. La carriera di Nancy include un eccellente track record d’arte per gli album di artisti come Barbra Streisand, Gloria Estefan e molti altri. Michael adorava il suo talento, la meticolosità dei dettagli, la pazienza, il senso dell’umorismo e una meravigliosa abilità di spronarlo a portare a termine i progetti.
In un paio di mesi, l’ufficio di Nancy è stato inondato di presentazioni. Alcuni erano solo semplici immagini e disegni, altri enormi Murales, e altri ancora giganti libri pieni d’idee. Un giorno ci siamo riuniti per portare tutto il materiale nell’ufficio di Sandy Gallin per Nancy e Arnold ha potuto mostrarli a Michael. Dave ed io eravamo presenti, ovviamente, per aiutare e incoraggiare Michael e Sandy a fare una scelta. Abbiamo passato in rassegna più di sessanta elaborati in questo incontro.
Nancy era accompagnata da alcuni assistenti, penso fossero due stagisti universitari, e avevamo un furgone per trasportare tutto il materiale presso la sede Music Sony a Santa Monica, nell’ufficio di Sandy vicino a The Dome in Sunset Boulevard a Hollywood. Siamo arrivati un’ora prima della riunione, per sistemare tutta la documentazione nella sala conferenza di Sandy. E’ stato un grande lavoro fisico, e molto atipico. La presentazione era organizzata solo per Michael Jackson. Come abbiamo trasportato un quadro di 1,50 x 1,80 m in ascensore dal garage al corridoio di fronte all’ufficio di Gallin-Morey Management per trascinarlo nella sala conferenza, uno dei giovani assistenti di Sandy felicemente gridò – “Hey, Dan è grandioso, che Michael abbia deciso di utilizzare la tua idea History per la copertina!”
Arnold, Nancy ed io abbiamo abbandonato sul pavimento tutto quello che stavamo trasportando, in un momento. Noi, realmente siamo rimasti senza parole! Attoniti! Eravamo lì, scaricato più di 100.000 dollari in concetti, affinché Michael le revisionasse nella prossima ora, e adesso aveva accolto l’idea che gli avevo inviato via fax sei mesi prima. Ero completamente sconcertato, perché pensavo da una parte a tutto il tempo trascorso e al denaro investito….. e, dall’altro, sorpreso che Michael avesse preferito la mia semplice creazione. E poiché questo era il mondo di Michael Jackson, non ero sicuro che ciò che avevo sentito fosse la realtà!
Insieme agli universitari, Arnold, Nancy ed io, in silenzio abbiamo continuato a scaricare e sistemare le presentazioni per la riunione. Ricordo che provavo un certo imbarazzato nei confronti di Nancy e Arnold. Probabilmente pensavano al momento di essere stati coinvolti in qualcosa un po’ folle di MJ, senza nessun riscontro. Quando eravamo tutti pronti, Dave Glew, e Sandy, si sono uniti a noi insieme con alcuni colleghi della Epic, e poi improvvisamente è apparso Michael. La sala conferenza era dominata da un unico tavolo, e uno dei suoi lati era stato appoggiato contro una parete. Nancy e Arnold erano all’altra estremità per mostrate i lavori, e gli altri erano seduti ai due lati lungo il tavolo. Michael, sorridente, si sedette sul tavolo, appoggiandosi al muro. Ho avuto conversazioni telefoniche occasionali con Michael su vari argomenti, ma non avevamo mai discusso il concetto. Ricordo di aver tentato di rendermi invisibile nella sala. Qualsiasi cosa avessi detto poteva essere interpretato come se fosse un programma segreto.
Il Re del Pop, vestito con una giacca militare ornata di spalline, semplicemente sorrise mentre guardava la presentazione di oltre sessanta idee per il suo doppio album di grandi successi. Oltre, alla parola “ciao”, che disse, entrando, Michael non ha parlato direttamente con me in quell’occasione. Al termine della presentazione, Michael ha detto che gli piaceva molto e apprezzato tutto il lavoro. Nessuna decisione in quel giorno è stata menzionata. Neppure una predilezione per qualsiasi creazione l’ha particolarmente entusiasmato. E poi se ne andò. La presentazione è stata HIStory!
Il processo creativo, quindi era giunto alla fine? No, naturalmente, stiamo parlando di Michael Jackson. Molto presto, avremmo lavorato per sviluppare una semplice idea e trasformarla in una statua di 15 metri! Come può tutto questo essere così convulso? Questo era sufficiente per non voler scegliere la tua idea. Sì, era Michael Jackson. E non si poteva far nulla … niente è facile o breve, quando si scrive la HIStory!
Michael era così unico perché ha fatto di tutto per essere “più grande della vita”( Un’aura di grandezza)… Eccezionale…. Come siamo arrivati a questo? Dove andiamo? Complicato, difficile da spiegare …. Era la sua realtà. Se avete visto This Is It, si ha una buona idea della sua instancabile dedizione, il talento, la genialità e la notevole entità del suo lavoro. Era un collaboratore straordinario e un sognatore prim’ordine. Sotto molti aspetti, non conosceva la paura. Era un visionario, e ha avuto anche il suo punto vulnerabile. Lavorare con lui era terribilmente faticoso, ci sono molte persone che hanno avuto esperienze simili alla mia. Ciò che continuo ad ammirare è la passione e l’energia profusa nella sua carriera pubblica, per quarantasei anni. Senza competere con altri artisti. Michael era la sfida all’immortalità.
Non c’è posto per le storie brevi. Quasi tutte le situazioni in cui ero con Michael, hanno elementi straordinari, uno dei quali – una storia che potrei raccontare. Ho parlato con molte persone che continuano a essere assolutamente incuriosite dalla sua personalità. Immaginate ha avuto una vita piena di esperienze uniche che si sono verificate quasi ogni giorno. Chiunque ha avuto l’occasione di incontrarlo, possiede una storia da narrare. Il fatto è che milioni di persone che hanno vissuto la sua musica e hanno testimoniato al suo lavoro, anche, loro hanno una storia da raccontare …. perché sai …. tutti lo conoscevano. E, per molti aspetti, non lo conosceremo mai. Non riesco ancora a credere che ho avuto la fortuna di lavorare con lui.
È stato un po’ sbalorditivo prendere il New York Post, mentre salivo a Long Island Railroad, per andare a lavorare una mattina e leggere il titolo, che occupava l’intera prima pagina “Michael Jackson Makes HIStory”. Dalla gioia volevo gridare a tutti sul treno: “Sono io che l’ho scritto!” Tuttavia, al momento del rilascio dell’album, 20 giugno 1995, la mia collaborazione si era già conclusa, esausto dall’incredibile lentezza nel realizzare HIStory. Michael, d’altro canto, raramente sembrava sfinito dall’enorme sforzo richiesto per creare e sostentare la sua carriera. Onestamente, non riesco nemmeno a immaginare un tale onere.
(…) La sua vita è stata una storia abbreviata…. ma noi sappiamo che si continuerà a scrivere su lui, per le generazioni a venire.
FINE
Fonte: http://www.musicbizzfizz.com/post/676713319/living-history
Traduzione di Grazia28 per ONLYMICHAELJACKSON
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